Siamo a Mondragone e davanti alla zona rossa, ex Cirio, dove si è sviluppato un focolaio di Covid che ha dato vita ad alcune tensioni sociali tra un piccolo gruppo di cittadini e braccianti di origine bulgara, che vivono e lavorano qui, spesso in condizioni di sfruttamento, si sarebbe dovuto tenere un comizio di Matteo Salvini, che non si è tenuto. La tensione inizia a montare già nel primo pomeriggio; si riuniscono gruppi di contestatori nei confronti del leader leghista. Striscioni, cartelli e slogan, mentre il numero di persone che manifestano, provenienti da varie zone della Campania, aumenta. I manifestanti sostengono con forza che Salvini venga a speculare su un disagio sociale per fini politici ed elettorali. La tensione aumenta e si arriva agli scontri, con diverse cariche delle forze dell'ordine che a fatica contengono le persone che si sono radunate davanti al gazebo della Lega. Negli scontri viene ferito alla testa anche un ragazzo. “Ero lì davanti a presidiare, le forze dell’ordine mi hanno detto di indietreggiare, lo stavamo facendo perfettamente. Appena siamo andati indietro, ci sono arrivate manganellate sia sul lato destro che sul lato sinistro. Violenza gratuita del tutto, perché non ce l’aspettavamo, non siamo qui per questo”. Il comizio non si tiene e viene annullato anche l'appuntamento successivo a Mondragone, ma il Segretario della Lega si ferma a margine con i giornalisti e parla di violenza dei centri sociali. “Le questioni sanitarie le lascio ai medici, che fanno benissimo il loro lavoro. Qua c’è una situazione di illegalità e di difficoltà di tantissimi cittadini che si sentono prigionieri in casa loro. C'è un nemico occulto che è lo sfruttamento, su cui campa la camorra. Quindi al di là del contagi, ripeto, ci sono i dei medici che ovunque in Italia fanno benissimo il loro lavoro. Qua la situazione è come a Castel Volturno, è l’illegalità, il degrado e l'immigrazione clandestina e quindi su questo interverremo”.