“Poca trasparenza”. Altri Sindaci si accodano alle parole del primo cittadino di Amatrice nel denunciare che della colletta fatta con gli sms solidali nelle zone terremotate non è arrivato un euro. Dopo Pirozzi tocca ai sindaci di Accumoli e Arquata del Tronto e dopo la procura di Rieti guidata da Giuseppe Saliera, che ha aperto un’indagine conoscitiva per ora contro ignoti, tocca alle Procure di Ascoli Piceno e Macerata seguire le orme per fare luce sulla destinazione dei 33 milioni raccolti con gli sms solidali in seguito al terremoto del 24 agosto 2016. Si tratta di denaro in mano al commissario straordinario nominato dal Governo e utilizzabili per la ricostruzione, ossia per la fase successiva all’emergenza. Ora i magistrati cercheranno di ricostruire le fasi del sistema di raccolta degli sms e la logica di assegnazione del denaro. La Protezione civile alle accuse ha risposto con una nota, che nessun euro dei cittadini è sparito. Lo stesso Pirozzi ha poi tenuto a precisare che nulla c’entra il Dipartimento e che, anzi, gli uomini della Protezione civile sono sempre stati al fianco dei terremotati. Ma una parte dei fondi raccolti con gli sms degli italiani sarebbero finiti in paesi e amministrazioni estranee al sisma, quindi non toccati dal terremoto. Secondo i sindaci, dunque, il denaro non è sparito. La polemica è sulla gestione, ovvero sulla destinazione per opere pubbliche in Comuni e aree non colpite.