Di un ragazzo 20enne di origine marocchina, residente a Milano, si è persa ogni traccia lo scorso novembre. Il giovane si sarebbe trasferito in Etiopia, presumibilmente per arruolarsi. Si tratta del quinto indagato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bologna su una presunta associazione finalizzata al terrorismo. Associazione, stando a quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri del ROS, ideata e promossa da una giovane donna e dal fratello, accusati di istigazione a delinquere e di arruolamento con finalità di terrorismo. Rida e Hasham Mushtaq, 22 e 19 anni, di origini pakistane, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti giudice per le indagini preliminari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, rilasciando solo alcune brevi dichiarazioni spontanee. I due fratelli, arrestati la vigilia di Natale a Bologna dai Carabinieri del ROS, nell'abito di un'inchiesta antiterrorismo, coordinata dalla procura bolognese, avrebbero ideato e dato vita, attraverso i social, ad un network di ispirazione jihadista, con lo scopo di rafforzare in Italia il supporto ad Al Qaeda e all'ISIS. In particolare per la 22enne, la guerra contro gli infedeli sarebbe stata una missione totalizzante con l'unica preoccupazione di non essere sufficientemente pronta. In carcere sono finiti anche una 18enne di famiglia algerina residente a Spoleto, e un 27enne turco titolare di due negozi di cibo da asporto a Monfalcone, in provincia di Gorizia.