Tifoso ucciso, confermata condanna per omicidio stradale

29 set 2021
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Non fu omicidio volontario, ma stradale. Lo ha confermato la Corte d'Assise d'Appello di Milano, ribadendo la condanna a quattro anni di reclusione per Fabio Manduca, il tifoso napoletano arrestato nel 2019, dopo aver provocato la morte dell'ultrà, originario di Varese, Daniele Belardinelli. PM e Parti Civili puntavano, come in Primo Grado, sull'omicidio volontario con dolo eventuale, capo di imputazione in realtà, già derubricato un anno fa quando, in rito abbreviato, il Giudice non aveva accolto la richiesta, accertando che l'imputato, aveva investito con il proprio Suv, il tifoso. Non volevo che quella sera morisse una persona, ha detto il tifoso partenopeo, dopo la sentenza. Quella sera, è il 26 dicembre 2018, sono circa le 19:30 e manca poco più di un'ora al fischio d'inizio di Inter-Napoli. All'esterno dello stadio, fumogeni, scontri violentissimi tra tifosi armati. È il caos lungo le strade intorno a San Siro. In questi momenti, Belardinelli, viene travolto dal Suv di Fabio Manduca. Oggi al tifoso, dopo un periodo di carcere, sono stati revocati anche i domiciliari e ora, dovrà rispettare l'obbligo di dimora nel Comune del napoletano dove risiede. Il legale di Manduca, aveva chiesto l'assoluzione per il suo assistito, ma si dice comunque soddisfatto, perché, per la seconda volta fa sapere, è stata smontata la tesi dell'omicidio volontario. Ora valuteranno le possibilità del ricorso in Cassazione.

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