Torino, il lavoro al centro della campagna elettorale. VIDEO

30 set 2021
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Alle 14 finisce il turno del mattino. L'unico turno nello stabilimento della Fiat Mirafiori, ora Stellantis. Ci lavorano 14.000 dipendenti, metà impiegati metà operai. Negli anni 70 erano 60.000 e la fabbrica con la F maiuscola non si fermava mai, nemmeno di notte. Era così anche nell' 88, quando è stata assunta Nina. Alle carrozzerie si producevano 6 modelli al tempo, ora appena due, e l'ultima funzione di massa più di 1000 giovani risale al 1999. "Vediamo un lento spegnimento di questo stabilimento. Se guardiamo che un po' di anni fa, 20 anni fa, facevamo più o meno su 1000 vetture adesso ne facciamo 187 non la vedo come una città del lavoro. Io vedo tanti lavoratori che stanno perdendo lavoro proprio grazie al fatto che ci sono le grandi imprese che stanno scappando da Torino." Tutti e 13 i candidati alla poltrona di Sindaco di Torino hanno messo al centro del loro programma il lavoro, perché nella città che sin dal boom economico ne è stata il simbolo, oggi rappresenta effettivamente IL problema. "Lo gridano i numeri freddi e precisi del Centro Studi la Camera di Commercio di Torino. Disoccupazione giovanile al 30,3%, dato superiore anche alla media nazionale. Al 8 e 2% quella totale. Più alta rispetto alle altre grandi città del nord, e un PIL che solo a Torino dal 2008 ha perso ben 10 miliardi di euro." "Il provvedimento immediato è quello di attrezzarsi per cogliere le opportunità del PNRR e della nuova Programmazione Europea. Quindi una squadra giovane, preparata e molto attiva su questi temi, perché le risorse purtroppo a Torino sono molto ridotte e quindi l'unica speranza che abbiamo è quella di utilizzare al meglio il Piano Nazionale e il Piano Europeo." Periferia o centro il panorama cambia poco. Serrande abbassate ovunque, cartelli che segnano la fine di un percorso. Negli ultimi dieci anni solo a Torino sono scomparse 6.181 attività commerciali. Questa è via Po, una delle strade dello shopping, portici su entrambi i lati, anche qui la crisi ha colpito forte. "Per il centro di Torino è venuto a mancare un bacino d'utenza importante. Il turismo, gli uffici, grandi società del terziario quali banche e assicurazioni." "Che cosa chiederebbe al nuovo sindaco di Torino?" "Un progetto ambizioso per rilanciare la città. Per farla conoscere all'estero e per valorizzare i suoi punti di forza, la cultura, l'arte l'enogastronomia.".

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