Torino, i danni dopo gli scontri con la polizia

28 ott 2020
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Di prima mattina i negozianti raccolgono i cocci, non solo metaforicamente, di una serata da dimenticare per Torino. Poco più avanti la scientifica effettua i rilievi all'interno di una delle boutique più colpite dalla furia di alcuni manifestanti. Questa vetrina è completamente devastata. Sono stati lanciati fuori i manichini, sono entrati da questo buco e, incappucciati, hanno portato via di tutto, borse, scarpe, vestiti. Qui, a terra, vediamo ancora i mattoni usati per distruggere il vetro. “Manifestazioni che poi si riversano e poi si rivoltano in cose che non hanno senso, più che altro per i commercianti come noi che, alla fine della fiera, ci rimettono per situazioni di cui non hanno colpa.” “Mi viene da piangere a vedere il vandalismo che crea certa gente, incredibile! Altro che manifestazione, non è manifestare, questa è delinquenza!” Decine e decine di vetrine del centro sono state prese di mira e hanno fatto questa fine, mentre la manifestazione di Piazza Vittorio, a cui hanno partecipato circa 2 mila commercianti, si è svolta con ordine e senza problemi, più su Piazza Castello si è trasformata in una polveriera. 500 persone hanno lanciato petardi e bombe carta alle forze dell'ordine che hanno reagito con lacrimogeni e cariche di alleggerimento. I manifestanti, allora, si sono divisi in gruppetti da 10 e con volto coperto e strategia studiata hanno cominciato a devastare e saccheggiare. Alla fine, undici arresti, tra cui 5 ultras di Juventus e Torino, 5 denunciati e 3 feriti lievi, in una serata di follia e violenza che ha visto saldati in un'unica piazza realtà eterogenee tra loro, microcriminalità delle periferie, tutti ragazzi molto giovani, italiani e stranieri, frange estreme della tifoseria e mondo anarchico. “L'obiettivo condiviso era quello di ricreare situazioni di violenza perché queste sono persone che professionalmente vivono di violenza e da molto tempo non avevano modo di dimostrare la loro, come dire, professionalità criminale, quindi da molto tempo gli ultrà non avevano modo di sfogare questa loro caratteristica negli stadi o in altre riunioni formali.” La sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha fatto visita agli esercenti più colpiti, non ha dubbi sulla natura di questi attacchi. “E' sciacallaggio, ditemi se non è sciacallare distruggere le vetrine su delle categorie che sono già devastate! Ditemi se non è sciacallaggio mettere paura a chi vuole manifestare, dando prova reale di infiltrazioni! Ditemi se non è sciacallaggio quello che avete visto, francamente!”.

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