Anticlericale e laico, eppure indagatore della spiritualità. Lo scrittore spagnolo Javier Cercas si racconta al Salone Internazionale del Libro di Torino, in una giornata colma di appuntamenti e affollatissima. Valerie Perrin, che dal suo primo libro, 10 anni fa, è sempre in vetta alle classifiche, in un auditorium gremito svela come nascono i personaggi delle sue storie. "Prima di iniziare un romanzo pongo domande alle persone che vivono in quel posto e che magari fanno gli stessi mestieri che poi ritroveremo nel romanzo. E una volta che conosco la loro vita la inserisco e faccio una sorta di mix nella mia fiction". Un abbraccio di 1.600 persone anche per il rapper Salmo, che accanto al nuovo disco presenta e firma la sua autobiografia e si stupisce dell'enorme affetto ricevuto qui. "Me lo sono chiesto anch'io, che ci faccio qua? Non sono uno scrittore di libri. Le persone hanno ascoltato il disco, hanno sentito le parole, gli sono arrivate e mi dimostrano un po' di amore, perché rifiutare?" Chi invece è abituato a scrivere e a frequentare il Salone da anni è Roberto Saviano, che lascia i saggi per un romanzo sull'amore con una storia di 'ndrangheta sullo sfondo, un'occasione anche per lui di riflettere sul mondo affettivo. "Ogni qualvolta amiamo, questo non può esserci tolto, indipendentemente da come finisce la storia, il progetto, la relazione, l'amare ci ha messo nelle condizioni di vivere intensamente". Tra cronaca e sport il libro di Emilio Targia, che racconta la terribile notte dell'Heysel, 40 anni dopo. Il 29 maggio 1985 c'era anche lui ad assistere a quella finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool. Con una super8 raccolse suoni e voci che oggi animano il suo libro e un podcast. "Ci fu la tempesta perfetta, una concatenazione di colpe. Per questo dico strage dell'Heysel, perché implica colpevolezze e responsabilità precise dell'UEFA, della Gendarmerie di Bruxelles e ovviamente di chi ha causato la morte di 39 persone, cioè gli hooligans del Liverpool. Temo che la memoria rischi di perdersi. Credo che, come dice Erri De Luca, un uomo senza memoria sia un uomo seduto in cima a un precipizio". .