Per me è un mdo di ritornare alla normalità insomma, riabbracciare la cultura è un primo passo per ritornare alla nostra quotidianità. Sicuramente è una ripresa, è un periodo difficile per tutti e questo è stato uno spiraglio bellissimo, io come ho letto la notizia non ho aspettato un secondo a prenotarmi. Dopo 98 giorni di chiusura riapre al pubblico il museo Egizio di Torino, il più antico del mondo nel suo genere, il secondo per numero e qualità di reperti, dopo quello del Cairo, per celebrare questa attesa riapertura la direzione ha deciso di regalare i biglietti d'ingresso per questa prima settimana e in 3 ore, sabato scorso, sono già andati esauriti. Il che rende l'idea del desiderio che i visitatori avevano di riabbracciare questo prestigioso angolo di cultura del nostro Paese. I numeri restano contingentati, al massimo 1200 visite al giorno, prenotabili esclusivamente online, rispetto alle 12000 che l'Egizio con i suoi 11000 mq di superficie è in grado di ospitare in tempi normali, ma l'importante era ricominciare. Significa una grande festa, significa tornare ad essere la casa di tutti ed avere i cittadini che possono tornare a prendersi cura dei reperti, a conoscerli e a trasmettere il ricordo alle generazioni che verranno. C'era un po' di emozione stamattina? Sempre e questa volta anche una grande speranza. Senza dimenticare che il museo Egizio di Torino fa riferimento ad una Fondazione che ha anche il compito di far quadrare i conti e l'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato complicato anche da questo punto di vista. Noi nel 2020, pur avendo avuto qualche mese di apertura, perché lo abbiamo avuto, febbraio gennaio all'inizio e l'estate, però abbiamo avuto un crollo dei ricavi del 70% che non è poco per un museo come il nostro che si sostiene da solo.