Questo è un neurone danneggiato dalla mutazione del gene Green 2C, fattore di rischio per la malattia di Alzheimer, e i puntini rossi che vedete rappresentano i danni neuronali. Il nuovo gene è stato scoperto grazie ad una lunga ricerca, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Alzheimer's Research and Therapy, coordinata dall'ospedale Molinette della città della salute di Torino. "Il fatto di aver dimostrato che un determinato sistema di neurotrasmissione all'interno del cervello è responsabile, è associato alla malattia di Alzheimer, ci desta un grande interesse per studiare come modulare questo sistema trasmettitoriale quantomeno per prevenire o per rallentare lo sviluppo della malattia". Una malattia aggressiva che è la principale causa di gravi deficit cognitivi. Ogni tre secondi nel mondo un nuovo paziente sviluppa l'Alzheimer, patologia che colpisce il 20% della popolazione sopra gli 80 anni. Solo in Italia ne sono affette 700 mila persone. Si calcola che nel 2050 questi numeri triplicheranno se non si riuscirà a trovare una cura che riesca almeno a rallentare la malattia. "La malattia nasce da un complesso equilibrio tra dei fattori di rischio genetico, che purtroppo non sono ovviamente modificabili, ma dall'altro lato abbiamo tutta una serie di fattori di rischio per la malattia che sono modificabili, su cui si può intervenire. L'attività fisica, il controllo dell'ipertensione, una vita socialmente attiva che possano quantomeno rallentare la progressione della malattia stessa".