Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca. Duomo di Milano 1805. Napoleone si incorona Re d'Italia e decide di costruire un nuovo grande museo dove affluiscono centinaia di opere d'arte trafugate, dalle chiese che ha fatto chiudere. Per farlo trasforma l'antica chiesa di Santa Maria di Brera in Pinacoteca. "Una cosa poco conosciuta è che siamo qui a Brera, sotto i miei piedi c'era la chiesa di Santa Maria di Brera. Hanno preso lo spazio di Santa Maria di Brera e dimezzato. Veramente se pensiamo il profilo così, hanno fatto così per fare la grande Sala, cosiddetta, Napoleonica. Questa opera è stata presa dalla chiesa di Santa Maria di Brera". Tra i dipinti staccati c'è anche quello del Martirio di San Sebastiano, il santo patrono di tutte le malattie contagiose, di cui a Brera esistono diversi dipinti. Dalla sofferenza di San Sebastiano trafitto dalle frecce trae ispirazione Gabriele Tinti con l'evento Blades, una lettura di poesie auspicio di rinascita dopo il Covid che il regista Abel Ferrara legge proprio davanti all'affresco di San Sebastiano. Anche i bellissimi angeli della Cantoria di Zenale, tornati a Brera grazie alla donazione degli eredi Sormani, facevano parte dell'antica chiesa ancora visibile negli anfratti nascosti del palazzo. Ora siamo nell'antica sagrestia di Santa Maria di Brera, quello che resta dell'antica sagrestia, e questo è il residuo dell'affresco che è stato strappato anticamente in epoca Napoleonica e portato in Pinacoteca. Napoleone Bonaparte fu un grande predone dell'arte o un grande innovatore della cultura? Ancora oggi se ne discute. Quello che è certo è che con la nascita del Louvre e della Pinacoteca di Brera l'arte è divenuta accessibile davvero a tutti.