Ci sono domande ancora senza risposta nella tragedia del Mottarone che ha spezzato la vita di 14 persone una mattina di maggio. Ma c'è una domanda ancora più dura e più difficile: è la domanda che riecheggia nell'ospedale dei bambini di Torino, Eithan 5 anni, l'unico sopravvissuto che ha perso tutta la sua famiglia, è cosciente e chiede alla zia, che lo veglia da giorni, perché si trova in ospedale e dove sono i tuoi genitori. La verità troverà tempo in modi graduali. Intanto la sua situazione resta critica ma stabile e lui è sempre in terapia intensiva. L'altra verità è quella che invece inseguono gli inquirenti, che continuano a indagare, ascoltare testimoni, setacciare e verificare documenti, svolgere perizie. Il grande dilemma è come mai si sia spezzata una fune traente testata a novembre. E come mai una funivia, revisionata 5 anni fa, sia impazzita. E, non ultimo, vogliono capire chi sapeva della manomissione del freno. Non si escludono altri indagati. Sabato alle 9 inizieranno a Verbania gli interrogatori di garanzia e si terrà l'udienza di convalida del fermo dei tre indagati. La Procura ha chiesto al GIP la misura cautelare in carcere. Solo uno degli accusati, Tadini, ha ammesso la sua colpa: aver lasciato il forchettone per disattivare il freno. Gli altri due: Nerini, il proprietario, Perocchio, il direttore dell'esercizio, negano tutto. Loro non ne sapevo nulla di quel maledetto forchettone, ma Tadini dice che lui aveva l'avallo di entrambi. Forse gli interrogatori aggiungeranno un tassello al mosaico. Almeno verità e giustizia quelle 14 vittime se la meritano.