Tragedia Mottarone, al via incidente probatorio

"Penso a tutto e ovviamente io sono convinto di aver fatto tutto per il meglio, ovviamente, quello ne sono sicuro. Io devo farmi forza anche in me stesso, perché ovviamente il dispiacere per quello che è successo, è fortissimo. Cerco anch'io di farmi forza e ovviamente non sto bene a livello psicologico, ovviamente sono che cerco di farmi forza". È dispiaciuto ma dice di non avere rimorsi per il suo operato, Enrico Perocchio, Direttore di Esercizio della funivia del Mottarone e dipendente della Leitner, la società che gestiva la manutenzione dell'impianto. In qualità di indagato, ha partecipato alla prima udienza dell'incidente probatorio, che si è svolta nel Centro Congressi della provincia di Verbania e non in tribunale, perché serviva un'aula molto ampia per poter contenere le 53 parti offese, in primis gli avvocati dei parenti delle 14 vittime della tragedia, gli inquirenti e i 14 indagati. Tra questi anche Gabriele Tadini, l'unico ad essere agli arresti domiciliari. Capo Servizio della funivia del Mottarone, aveva ammesso di aver staccato il forchettone, disattivando il freno di emergenza, per poter permettere comunque all'impianto di funzionare, nonostante un guasto che durava da giorni. "È pentito di quello che ha fatto?". "Ma sì e no, nel senso che lui ha sempre detto: questa fune non si doveva rompere, non si è mai rotta, non si poteva rompere. Lui continua a ripetere questa cosa. Poi certo, a posteriori assolutamente sì, ci mancherebbe altro". I periti e i consulenti tecnici incaricati durante questo incidente probatorio, dovranno analizzare la scatola nera della funivia, i vari componenti informatici e la fune traente che si è spezzata, lo scorso 23 maggio, causando lo scivolamento all'indietro della cabina 3, poi catapultata nel vuoto. Si comincerà il 3 agosto, con un sopralluogo al Mottarone. "Va esaminato ogni componente dell'impianto, per capire cosa può aver determinato la famosa rottura o strappo o sfilamento della fune".