Gli investigatori parlano di uso privatistico di un servizio di pubblica utilità per descrivere la condotta moralmente deprecabile oltre che illecita di un Dirigente medico e un'infermiera del Presidio Territoriale di Assistenza di Trani, finiti agli arresti domiciliari per aver creato un presunto sistema parallelo di prenotazione che consentiva di evitare le liste d'attesa. A smascherarli le intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate dalla Polizia e disposte dalla Procura dopo alcune segnalazioni. Le immagini documentano lo scambio di denaro che avveniva nell'ufficio del Dirigente medico dell'Unità Operativa di Radiologia. Evitare le liste d'attesa costava tra i 100 e i 150 euro, soldi che gli indagati poi si spartivano. Questo almeno secondo gli investigatori che nei due mesi di intercettazioni avrebbero accertato almeno 30 episodi. A pagare molto spesso pazienti affetti da gravi patologie che necessitavano di abbreviare i tempi per sottoporsi a TAC, radiografie e risonanze magnetiche. E proprio sul loro stato di soggezione psicologica e di difficoltà emotiva scrivono sempre gli investigatori avrebbero fatto leva gli indagati in sfregio ai ruoli ed alle rispettive figure di pubblico ufficiale e di incaricato di pubblico servizio e contravvenendo ai propri doveri. Sono accusati di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato.