Trapianto midollo osseo, "in Italia ancora pochi donatori"

Dalle analisi del sangue hanno visto che avevo i valori bassi soprattutto le piastrine a 3mila, che normalmente sono 200mila 150mila, e quindi mi trasferirono in ambulanza al Bambino Gesù del Gianicolo. Giulio 16 anni affetto da aplasia midollare severa, a marzo è stato sottoposto al trapianto di midollo osseo. Oggi sta meglio ed è in fase di recupero anche se in campo medico sono stati realizzati enormi progressi che rendono la donazione un processo assolutamente sicuro, e per niente invasivo, in Italia, come è stato ribadito durante il convegno organizzato dall'ADMO per celebrare i suoi 30 anni di attività, i donatori sono ancora troppo pochi. La paura più grande è il dolore, perché ancora legata a quella che era un'antica, diciamo, si fa ancora, ma ormai rappresenta il 10%, donazione che era quello da cresta iliaca. Non è doloroso, ma ora l'80%, il 90% delle donazioni viene fatto in aferesi quindi una donazione simile alla donazione di plasma. Bisogna avere, intanto, una età compresa fra i 18 e i 35 anni per entrare all'interno del registro e si può rimanere all'interno di questo fino al 55esimo anno di età. Le patologie ematologiche secondo l'associazione donatori midollo osseo sono in aumento, e per chi non ha un consanguineo istocompatibile, la speranza di trovare un midollo è legata all'esistenza del maggior numero possibile di donatori volontari stilizzati, cioè per i quali sono già note le caratteristiche genetiche. Abbiamo abbastanza donatori ma non bastano il che significa che non riusciamo con i nostri donatori ad accontentare il 20%, il 25% dei pazienti che giungono al trapianto in Italia. In questo momento, abbiamo oltrepassato i 650mila donatori iscritti in 30 anni di attività ma fra questi quelli attivi cioè quelli su cui potremmo andare a cercare il donatore compatibile, sono circa 470mila. Se ci confrontiamo con i registri che citavo prima, la Germania ne ha 9 milioni.