"Spero che nessuno scriva di me: è morta dopo una lunga malattia. Io non sto morendo di una malattia misteriosa ma di cancro. Che di misterioso non ha niente e ognuno sa cosa sia. Solo che non si capisce perché è impronunciabile. Più precisamente di cancro al seno, che quando diventa metastatico non lascia più scampo. Ebbene sì, di tumore al seno si muore e anche tanto, troppo, in media 35 donne al giorno. La guerriera e la sua lunga battaglia. Non sono una guerriera. Non ho perso nessuna battaglia perché non ne ho ingaggiate. Non è una guerra dove c'è chi vince e c'è chi perde. C'è un corpo che ha sviluppato una malattia e va curato. Questa retorica della donna guerriera, ma anche degli uomini, di chi ha il cancro in generale, è insopportabile. Combatti! Non ti arrendere! Non mollare! Cosa dovrei combattere? Il mio corpo? La malattia? Ma davvero si è convinti che possa decidere io? Che non stia facendo abbastanza? Che mi stia arrendendo? Non ci si rende conto quanto questo crei enormi sensi di colpa. Sei una guerriera, sorridi! Sei fortissima, ce la fai! Ce la faccio a fare cosa? A guarire? Di tumore al seno metastatico non si guarisce. Anche sta cosa del sorriso. Certo che sorrido. Sorrido alle cose belle che sto vivendo. Ci sono giorni in cui rido, scherzo, lavoro, esco con gli amici, mi godo i miei figli, il mio nipotino, la mia famiglia. Ci sono le vacanze, i viaggi. Ci sono giorni in cui invece il dolore prende il sopravvento, in cui si sentono forti gli effetti delle terapie e voglio solo riposare, voglio solo piangere, voglio essere arrabbiata. Sono una donna malata, non una guerriera. E chiedere a una donna malata di essere sempre felice, perché la testa fa tanto, è non rispettarla. Se ci pensate, si accettano le tristezze dei sani ma non dei malati di cancro".























