È ancora presto per fare i conti, ma gli imprenditori turistici bresciani sanno già che la prospettiva è quella di una stagione molto debole, per alcuni addirittura inesistente. “Veniamo da cinque mesi di chiusura invernale, dove tra l'altro abbiamo fatto anche, come categoria, come albergatori del Lago di Garda, grossissimi investimenti in preparazione della stagione che dovevamo aprire in questi giorni e poi è crollato tutto. È crollato tutto. Siamo proprio all'anno zero del turismo”. Le strutture top level, i 5 stelle, per intenderci, tendenzialmente non apriranno, e a scendere molti altri alberghi faranno i conti tra i costi di gestione e il numero di turisti, e così c'è il rischio che non aprano nemmeno loro. “Il Garda, preso nella sua entità, cioè le regioni Veneto, Trentino e Lombardia, fa qualcosa come 25 - 26 milioni di presenze. 25 - 26 significa essere una top destination italiana. Consideri che la Sicilia ne fa 15”. La paura, le ferie consumate per l'emergenza, la scuola che riapre in anticipo, i conti per arrivare a fine mese: saranno molte le cause che costringeranno gli italiani a non andare in vacanza quest'anno. “Una famiglia italiana su tre avrebbe già deciso di rinunciare al periodo estivo, di vacanza. Ecco, questo è uno scenario inedito che tutti noi stiamo affrontando, che prevede delle variabili di criticità tutt'altro che indifferenti, e che, appunto, cambierà radicalmente le abitudini di vacanze, quindi anche l'offerta e la domanda”. Chi ha una seconda casa potrà sfruttare quell'occasione, ma non basta per salvare una stagione. “Credo che questa stagione sia pressoché persa per tutti i nostri alberghi, tutti i nostri punti di ricezione e tutti i nostri campeggi. Adesso la situazione è veramente drammatica”.