La prima ad arrivare è una donna con due bambine. È accompagnata dalla suocera che vive già da anni a Roma. Il padre delle bimbe rimasto in Ucraina a combattere. Vengono da Kharkiv, tra le zone più devastate del conflitto. Non vogliono parlare ai microfoni ma raccontano a bassa voce come quella che si vede in televisione sia una guerra che non mostra il suo lato peggiore, che non mostra cioè la paura di morire, la disperazione di chi ha perso tutto. Sono qui perché hanno bisogno di ricominciare anche delle cose più basilari come l'accesso alla tutela sanitaria. Un tema da affrontare rapidamente. Per questo nella Regione Lazio sono già nati, all'interno di due hub vaccinali, i centri dove i rifugiati possono ritirare il codice STP, necessario per accedere al servizio sanitario nazionale. "Questo tipo di attività è teso innanzitutto a dare un servizio di accoglienza a loro, questa è la priorità, accogliere dal punto di vista sanitario queste persone e poi mettere in sicurezza loro e la nostra comunità. E quindi di accedere anche ai servizi vaccinali. Vaccinazioni per il Covid, sia pediatriche che per gli adulti, e vaccinazioni diciamo anche per altre patologie, quindi vaccinazioni contro la difterite, il tetano, contro la polio dove, appunto anche queste vaccinazioni hanno una copertura particolarmente bassa in Ucraina". Oltre 800 i rifugiati ucraini che hanno già effettuato lo screening, comprensivo di tampone anti-Covid per accedere al servizio. La maggioranza di loro ha anche scelto di vaccinarsi ma soprattutto, attraverso questi centri, i sanitari possono prendere subito in carico le situazioni più complesse, ad iniziare da quelle dei bimbi oncologici. Mentre è prevista, in tempi rapidi, l'apertura dei centri di supporto psicologico per i traumi subiti da chi scappa dai conflitti. "Poi c'è il tema dei disturbi post traumatici, che saranno sicuramente uno degli elementi più importanti da valutare, per i quali stiamo costruendo degli sportelli di supporto psicologico in entrambi i centri che potranno dare una grande mano queste persone".























