"L'Italia continuerà a lavorare con l'Unione europea e i nostri partner del G7 per sostenere l'Ucraina, ricercare la pace, superare questa crisi. Questo è il mandato che il Governo ha ricevuto dal Parlamento, da voi, questa è la guida per la nostra azione." La linea dell'Italia non cambia, poche parole, discorso breve, delicato nel lessico, fermo nell'affondo, si lavora per una soluzione diplomatica ma fino a quando non vi sarà, la fornitura di armi all'Ucraina continuerà ed andrà avanti nelle modalità attuali senza dover passare ogni volta da un voto parlamentare. Per ciò che resta del MoVimento 5 Stelle, dopo l'addio di Di Maio e per Giuseppe Conte non c'è alcun spazio, all'ex premier non viene concesso neppure l'onore delle armi, troppo delicata la questione internazionale per poterla abbassare o condizionare ad una dinamica di partito, tant'è che all'ultimo secondo la maggioranza è costretta a compattarsi votando una risoluzione che rinnega tutte le rivendicazioni delle ultime ore dell'ala sinistra della coalizione, ma non ci sono alternative, alla vigilia di tre vertici internazionali il Premier non può accettare che non un mandato pieno. "Ringrazio perché il sostegno è stato unito e l'unità, come molti di voi hanno osservato, è essenziale specialmente in questi momenti." Quando lascia Palazzo Madama assediato dalle telecamere dice solo che non è preoccupato per il Governo ma i prossimi giorni e le prossime settimane saranno determinanti per capire il reale impatto delle convulsioni a 5 Stelle. Cosa fare Conte? Come si muoverà Di Maio? Come reagiranno gli alleati? I punti di domanda sono tanti e nel caos che si è generato non è detto che l'attaccamento alla legislatura possa bastare, soprattutto per evitare incidenti che a questo punto sono sempre dietro l'angolo, ma di questo Draghi non ha paura, la responsabilità di Governo in un periodo di guerra non ammette cedimenti a frizioni di partito, chiunque è libero di giocare una campagna elettorale ma l'esecutivo, questo il messaggio ultimo di Draghi, non è disponibile a farsi tirare in mezzo.























