Crescita e investimenti vicini allo zero, deficit e debito che si impennano. Le previsioni economiche di primavera pubblicate dalla Commissione europea riservano nuovi dolori per il nostro Paese. L’aumento del Pil per quest'anno è limato allo 0,1%, contro lo 0,2 stimato tre mesi fa, il dato peggiore di tutta l'Unione. Colpa soprattutto dello stallo nella domanda interna, con gli investimenti bloccati e i consumi privati che non sembrano stimolati a sufficienza dal reddito di cittadinanza e bassa inflazione. Una stagnazione che, insieme alle maggiori uscite per reddito, quota 100 e riforma fiscale, influisce negativamente sui conti pubblici. Senza l'aumento delle aliquote IVA, il deficit nominale l'anno prossimo sfonderà il tetto del 3% per arrivare al 3,5, mentre il debito continuerà a crescere fino al 135,2% del Pil. E mentre in tutta Europa la disoccupazione è ai suoi minimi, da noi il tasso aumenterà fino all'11%. Effetto anche del reddito di cittadinanza, che ha spinto molti inattivi a registrarsi come disoccupati. I saldi strutturali sono poi quelli che mettono di più in allarme. Vista la distanza tra i numeri effettivi e gli impegni presi con Bruxelles, c'è il rischio di misure correttive già per quest'anno e la certezza di una manovra difficilissima per il prossimo. “Faremo le dovute valutazioni ai primi di giugno”, annuncia il commissario Moscovici, mentre il ministro dell'economia Giovanni Tria bolla le previsioni sul deficit come più politiche che economiche, mentre non si dice sorpreso da quelle sulla crescita, in linea con quanto già messo nero su bianco dal Governo nel Documento di economia e finanza, sottolineando però come non siano stati considerati i dati più incoraggianti del primo trimestre. Italia, insomma, ancora una volta maglia nera in Europa. Un’Europa che però complessivamente è in rallentamento, in cui spicca il dato della Germania, la cui stima per la crescita di quest'anno è stata dimezzata e fissata allo 0,5%, penultima e davanti solo al nostro Paese.