Il Duce rappresentato in ogni forma su foto, poster, bandiere e perfino su bottiglie di vino e poi altri simboli del Nazismo e Fascismo. Sono i tantissimi oggetti trovati durante le perquisizioni della Digos di 18 città nei confronti di 30 persone indagate per il perseguimento di finalità antidemocratiche proprie del Partito Fascista. La violenza era il loro metodo di lotta politica da portare avanti contro ebrei, islamici, migranti e altre etnie attraverso la propaganda condotta on-line e con le messaggistiche dei cellulari. Avevano anche armi di ogni tipo. "Ho sempre gli anelli alle dita e il manganello dietro, ora ho pure un macete" scriveva uno dei sodali in chat. Le indagini della procura dell'Aquila erano partite nel 2019 su alcuni abruzzesi e si sono poi estese a tutta l'Italia. Avevano formato un movimento criminale "Ultima Legione", definendosi apertamente fascisti e celebrando Mussolini anche pubblicamente ogni anno a Predappio, in riunioni documentate dagli agenti. Nostalgici dell'Età Imperiale istigavano all'odio sempre e comunque. Di fronte alla colonna di camion che lo scorso anno portavano le bare dei morti per Covid da Bergamo alla cremazione, parlavano dei forni crematori come un giusto mezzo, esaltando Hitler, il Nazismo e l'Olocausto.