Decine di feriti, ingenti danni e soprattutto cinque morti a cui rendere giustizia per un intervento definito dalla Procura non necessario, e un incidente descritto come prevedibile ed evitabile. Questo è quello che rimane ad un anno dallo scoppio al deposito di Calenzano, 10 sono indagati per l'esplosione, accusati di omicidio colposo plurimo in concorso, otto fra Dirigenti e dipendenti di Eni, oltre al datore di lavoro e a un addetto, tra l'altro rimasto gravemente ferito nell'esplosione della Sergen. A Calenzano è stato permesso di fare la manutenzione mentre si caricavano le autobotti. Per gli inquirenti questa pratica ha dato all'azienda un vantaggio economico. Ma tutto quello che è stato cambierà per sempre perché Eni ha deciso di riconvertire l'impianto. "L'area industriale di Calenzano diventerà un hub dell'energia rinnovabile attraverso prima la bonifica del sito, la demolizione di tutti gli impianti esistenti e poi la costruzione. di impianti fotovoltaici. Ci vorranno tre quattro anni per completare tutto il percorso". Una richiesta che il Sindaco di Calenzano e la Regione avevano avanzato dal minuto successivo allo scoppio. "Per noi il fatto di poter trasformare questa area nelle modalità con cui viene detto e il fatto di poterlo fare sostanzialmente a un anno da quel momento è un successo clamoroso". "Noi crediamo di aver interpretato diciamo un sentimento della nostra comunità nel richiedere che si superasse il tipo di impianto per il contesto in cui era inserito". . .























