Un anno senza Kata. Le indagini partite con ritardo per la denuncia tardiva, sottolinea il procuratore capo Spiezia, continuano e non si sono mai interrotte. "Riteniamo sulla base degli elementi fin qui raccolti, che la scomparsa sia frutto dell'attuazione di un un piano che è stato abbastanza ben organizzato nei dettagli. Quindi non si ha come dire una attività estemporanea che è stata posta in essere". Rimangono in piedi quattro piste: traffico di droga, racket nelle stanze, lo scambio di persona con un'altra bimba e possibili abusi a sfondo sessuale. Chi ha portato via Kata il 10 giugno del 2023 forse era a conoscenza di una via di fuga sicura lontana dagli occhi elettronici. "Abbiamo la conferma che la rete di videocamere che circondava che circonda l'hotel Astor effettivamente aveva un buco, uno spazio, un'area non coperta dalla visione e dalla diretta osservazione delle videocamere e abbiamo ragione per ritenere che probabilmente quello spazio è stato sfruttato da coloro che hanno organizzato la sottrazione e la scomparsa della bambina". Ci sono al momento due indagati: gli zii di Kata e allo stato attuale commenta Spiezia, non si hanno elementi per poter archiviare le loro posizioni. Gli sviluppi potrebbero esserci a breve ma dipenderanno dal punto che faremo con chi indaga con noi spiega il capo della procura fiorentina. L'appuntamento, per inizio estate.























