Le Regioni chiedono più vaccini contro l'influenza. Proteggersi quest'anno è ancora più importante rispetto al passato dato che i contagi da coronavirus continuano. Anche se i nuovi positivi non destano la stessa preoccupazione rispetto a quelli della prima ondata, per gli esperti il vaccino contro l'influenza va fatto perché a capire più velocemente se un paziente sia affetto da coronavirus. “Serve il 40% in più delle dosi rispetto allo scorso anno”, avvertono le case farmaceutiche. I vaccini raccomandati sono quelli contro l’influenza, le infezioni da pneumococco e la pertosse. Noi ci aspettavamo un'aumentata richiesta di vaccini. Non a caso avevamo cercato di fare una pianificazione che lo prevedeva. Ovviamente non ci aspettavamo Una richiesta di questa entità. Il Ministero della Salute, con una circolare del 5 giugno, ha inoltre chiesto di anticipare la campagna antinfluenzale a partire dall'inizio di ottobre. Sarà possibile riuscire a soddisfare tutte le richieste entro l'autunno? Noi ce l'abbiamo messa tutta. Cercheremo di non farci trovare impreparati. Le aziende hanno risposto a tutte le gare sono state messe in atto a livello regionale per essere pronti con l’esatto numero di dosi che ci è stato richiesto. Il Ministero ha anche abbassato l’età delle persone a cui la vaccinazione è raccomandata, passando da 65 a 60 anni. Alcune Regioni hanno deliberato regolamenti ad hoc e avviato gare per la fornitura di lotti, ma ce ne sono altre che sono riuscite in ritardo a procurarsi i quantitativi necessari di vaccino, come ha sottolineato il primario Massimo Galli del reparto Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano.