In Francia hanno già iniziato, negli Stati Uniti lo faranno a breve, in Israele sono già arrivati al 73% della popolazione over 60. Sulla scia di molti altri Paesi anche in Italia, dal 20 settembre, si inizierà con la somministrazione delle terze dosi di vaccino anti-Covid ai soggetti immunocompromessi, che nel nostro Paese sono circa 3 milioni. Si tratta di pazienti che hanno subito trapianti, oncologici o con patologie autoimmuni, poi sarà la volta dei fragili over 80, ospiti delle residenze per anziani e anche personale sanitario a seconda del livello di esposizione. Il Commissario Figliuolo ha annunciato che è già in corso con i tecnici delle regioni un confronto per la definizione della popolazione target, all'esito del quale verranno aggiornati i sistemi informatici per l'avvio delle somministrazioni in tutto il Paese. Tra le prime regioni a partire: Piemonte, Lombardia e Lazio. Per i richiami verranno messe a disposizione ulteriori dosi di vaccino MRNA Pfizer e Moderna, che come da indicazioni del CTS dell'AIFA, sono appropriati dopo almeno 28 giorni dal completamento del ciclo vaccinale nei soggetti adulti e adolescenti in condizione di immunosoppressione e dopo almeno 6 mesi negli altri fragili. Sulle modalità di somministrazione è allo studio la possibilità di inoculare un vaccino bivalente monodose, che contenga l'antinfluenzale e l'anti-Covid e che sarebbe indicato, in ipotesi, agli over 60 e ai soggetti fragili. Tutto questo mentre solo pochi giorni fa dall'OMS era arrivata la richiesta di una moratoria sulle terze dosi almeno fino a fine 2021 per dare priorità alla vaccinazione delle persone più a rischio in tutto il mondo, alla luce anche dei dati sulla popolazione vaccinata con doppia dose che in Europa è il 60%, negli Stati Uniti il 53% mentre in Africa solo il 3%.