E allora ci siamo, è iniziato il conto alla rovescia, se il prossimo 21 dicembre l'EMA darà il via libera alla Pfizer anche l'Europa avrà il suo primo vaccino anti covid. Poi subito dopo sarà la nostra Agenzia Italiana per il Farmaco, l'AIFA, a dare l'approvazione. A quel punto anche l'Italia entro la fine dell'anno potrà avere le sue prime dosi. Ma ci sono le parole, l'auspicio della presidente della Commissione Europea Von Der Leyen che dice: "tutti i paesi europei inizino la vaccinazione lo stesso giorno". Le date da tenere a mente ,da segnare, sono principalmente due, ecco quali: il 27 e 28 dicembre in cui far svolgere il V-Day, un giorno simbolico, poche dosi per testimonial d'eccezione, poi la vera campagna che partirà dal 7 gennaio. L'Italia potrà contare per tutto gennaio in un primo lotto di 3,4 milioni di dosi che saranno utilizzati da utili per 1,7 milioni di italiani. Questo perché ogni persona ha bisogno di un richiamo. Chi saranno i primi ad essere immunizzati? Le categorie a rischio, ormai lo sappiamo, gli operatori socio sanitari e il personale e gli ospiti delle RSA. Allora come avverrà la distribuzione del piano vaccini di cui tanto si è parlato? A farsene carico è direttamente l'azienda produttrice, la Pfizer, con le dosi che partiranno dallo stabilimento del Belgio e poi le fiale contenute in appositi box termici partiranno appunto dal Belgio e saranno poi distribuiti in 300 centri individuati dalle regioni e diffuse su tutto il territorio. Le parole del commissario Arcuri che dice: "Siamo pronti, non perderemo un minuto di tempo". Ma è veramente così? In realtà ad oggi manca l'elenco delle adesioni, cioè di chi vorrà, tra le categorie a rischio, farsi vaccinare. Poi è in ritardo l'arruolamento dei medici e degli infermieri per la somministrazione. Dunque vedremo.