Febbre gialla, epatite A e B, malaria, meningite pneumococco, poliomelite, vaccini internazionali e pediatrici, prima del covid in questo centro ambulatoriale dell'ASL Roma 1 venivano somministrate 200 dosi vaccinali al giorno, soprattutto ai bambini dagli 0 ai 16 anni, ora si viene solo per appuntamento. 80, 100 persone al giorno. Tutto un po' diminuito, cadenzato, ma chi lavora qui dice che non si deve mollare. Si continua a somministrare vaccini antinfluenzali fino al 31 gennaio. la guardia sulla copertura nelle fasce pediatriche e dei più fragili deve restare alta pe evitare altri problemi oltre la pandemia. Proprio per questo motivo in centri come questo non si trova il vaccino anti covid, volutamente. Intanto sono 1 milione 250000 le dosi anticovid già somministrare in tutto il Paese, 125000 nel Lazio, dopo i ritardi nelle consegne di Pfizer, la regione Lazio chiede di sospendere la somministrazione delle primi dosi. La variabile dell'arrivo delle dosi di vaccino è fondamentale, sia il numero delle dosi, scadenzario da rispettare e tipologia di vaccini. L'aiuto dei medici di famiglia è fondamentale perché loro praticano una medicina personalizzata, conoscono bene i loro pazienti, conoscono le malattie sottostanti e quindi più agevole risulta la vaccinazione di questi soggetti. Intanto si lavora affinché possa arrivare entro il 29 gennaio l'autorizzazione per AstraZeneca, l'altra casa farmaceutica che ha prodotto un vaccino anti covid. Più dosi, più maneggevolezza, si punta a questo, anche più flessibilità nell'accesso. Allargare i siti di vaccinazione, anche per limitare la mobilità. Insomma, decentralizzare. Secondo Roberto Ieraci se si vuole vaccinare più gente possibile, questo è il modo: estendere la vaccinazione anche alla forza lavoro nelle aziende pubbliche e private. Questa l'innovazione per vincere la sfida, la strada è ancora lunga.