“Parto da martedì 17 gennaio, di mattina, dalle 10.30 alle 12.15. Poi ce l’ho – andando avanti – tutti i giovedì”. Carla, nel call center del CUP metropolitano di Firenze, risponde ad una mamma che vuole vaccinare il figlio nella zona del Mugello. La meningite è anche un problema amministrativo se, come in Toscana, c’è bisogno di una campagna straordinaria. Le prenotazioni nel 2016 sono state 96.000 contro le 52.000 nel 2015, anche se si è iniziato dal mese di aprile. La struttura riesce ad organizzare la metà delle prestazioni, evitando le code dei “vaccino day”. I cittadini, da questo punto di vista, sono soddisfatti. “È filato tutto liscio come l’olio”. “Quanto ha dovuto aspettare?”. “Guardi, meno di una settimana”. Le lunghe attese sono scongiurate anche al telefono. “Noi abbiamo fatto una linea dedicata per le vaccinazioni in cui il tempo medio di attesa, per la telefonata, è di tre minuti”. “Quante chiamate ricevute ogni giorno?”. “Al call center, per le vaccinazioni, nei momenti di punta, riceviamo 600 telefonate”. Attenzione, però. Se è vero che in coincidenza dei fatti drammatici le richieste aumentano e sono arrivate anche ad 800 il giorno dopo l’ultimo decesso di un bambino di 22 mesi, non si può abbassare la guardia. Le domande quotidiane nei giorni precedenti al fatto non superavano quota 60. È ancora lontana la copertura di gregge del 95 per cento. Le persone da persuadere non mancano. “Ha convinto anche parte della sua famiglia a fare il vaccino?”. “Parte della famiglia sì. Non tutti, purtroppo”.