Paesini isolati, zone impervie, strade di montagna. Siamo a Valsolda, 1.400 anime, sulle sponde del Lago di Lugano, per raggiungere e vaccinare gli anziani e i disabili, si parte da qui, la base logistica per l'ATS Insubria, un camper, messo a disposizione dall'ANCI. "È qui che arrivano i vaccini, da qui poi vengono preparati nelle siringhe e distribuiti ai medici vaccinatori, per la somministrazione del vaccino ai diversi pazienti". I vaccini arrivano dall'Ospedale Sant'Anna di Como, seguiamo Attilio Giossi, medico di base di Porlezza. Dei 1.750 assistiti, oggi ne vaccina sei a domicilio. Il primo è Piero Antonio, 76 anni, con l'ossigeno da due, lo raggiungiamo a Corrido. "Oggi raggiungo gli ultimi, le ultime persone da vaccinare, sono disabili o persone con particolari patologie, tipo questo signore che è in ossigenoterapia continuata, in zone un po' disagiate, quindi con difficoltà per loro a spostarsi". "Ho già fatto il Covid il mese di novembre e adesso per essere sicuro, faccio anche il vaccino". "Adesso andiamo a Carlazzo, mi seguite e raggiungiamo due persone con handicap motorio". Loretta e Giovanni sono invalidi e vivono con la mamma di quasi 90 anni. "Aspettavamo veramente, perché ci creava tantissima preoccupazione e non ci siamo più mossi da casa". Per raggiungere la Località San Maurizio e vaccinare la signora Dina, di 85 anni, ci arrampichiamo sul Monte Galbiga. "Enzo Pasotti, un medico di base, in servizio dal 1979, dopo 42 anni, oggi va in pensione. "È stata una bellissima, ultima giornata di lavoro, piena di soddisfazione, perché i vaccini sono fondamentali, indispensabili e soltanto quando avremo vaccinato tutti, saremo fuori da questo virus".