Un anno di dolore e poi tanto silenzio. Nelle indagini e nelle famiglie delle vittime del crollo di via Mariti, cinque operai morti per un errore di progettazione di una trave, ipotizza la Procura di Firenze, che ha indagato tre persone. A Simona Mattolini, moglie di Luigi Coclite, una delle vittime, la notizia della svolta delle indagini ha portato conforto. "A volte vanno anche nel dimenticatoio. Quella era la mia paura. Dunque, direi che ieri è stato un bel sospiro di sollievo". "È passato quasi un anno dal crollo del cantiere, com'è cambiata la sua vita?" "Totalmente è cambiata. La mia vita è cambiata dalle 8.52 del 16 febbraio alle 8.53 del 16 febbraio. Dunque in un minuto è cambiata. Non è cambiata in un anno. È cambiata perché manca una persona in casa. Manca una persona importante in casa. Manca, manca tanto, manca tutto. Le regole che sono state fatte per la sicurezza del lavoro, sul lavoro devono essere applicate e farle applicare a chi di dovere. Perché se non si parte da applicare delle regole, non possiamo poi dire poteva essere evitato. È vero, solo facendole applicare". Alla svolta della Procura Simona Mattolini è tornata al cantiere. Si ferma ogni volta che passa in città. "Per sentirti anche un pochino più legata, no, a quello che è successo". "Siamo ancora nella fase delle indagini, poi ci sarà un processo probabilmente, lei che cosa si aspetta?" "Giustizia. I responsabili devono pagare, mi aspetto solo questo. E ho piena fiducia in questo, che avvenga". Livorno .