"Come già diceva Paolo Borsellino il contrasto e la lotta alle mafie non può essere solo una attività giudiziaria ma deve essere, deve comprendere il coinvolgimento di tutti. Tra i tutti io voglio comprendere soprattutto le Istituzioni Pubbliche, quelle Istituzioni che, appunto, sono i titolari delle chiavi di quei cassetti dove sono certamente custodite delle verità scomode, verità che pochi vorrebbero far venire alla luce e verità che riguardano le connivenze e, quindi, i rapporti stretti che, non solo in questi 29 anni, ma anche nei 40 anni precedenti, si sono sempre realizzate tra le mafie e lo Stato. Si è chiesto alla mafia di fare il lavoro sporco che la politica non riusciva a fare. Tutto questo è scritto da qualche parte, abbiamo il diritto che tutto questo venga alla luce". "L'agenda rossa di Borsellino chi ce l'ha? Matteo Messina Denaro, l'ultimo boss latitante?" "Non ne ho idea. È già rilevante il fatto che c'è una consapevolezza sempre più diffusa che la strage in questo luogo sarebbe stata un'incompiuta se non fosse contemporaneamente stata sottratta quell'agenda rossa. Nella sentenza di primo grado è scritto che, verosimilmente, la trattativa e la conoscenza della trattativa da parte di Paolo Borsellino ha accelerato in qualche modo l'esecuzione della strage. Quindi lui muore perché si oppone alla trattativa, verosimilmente".