Sarà poco lontano dal campetto in cui Gianluca Vialli ha iniziato a giocare a Calcio, nella Parrocchia di Cristo Re, a Cremona, la messa nel giorno del suo funerale che si terrà lunedì a Londra. Lo ha chiesto la madre al parroco, affinché chi non può andare a Londra possa partecipare. "In città ci sarà il lutto cittadino. lo penso che il ricordo di Gianluca Vialli debba continuare oltre alla giornata di lunedì per la sua straordinaria umanità, il suo coraggio, la sua gentilezza, la sua passione per la vita, devono essere sentimenti che ci portiamo dentro". "Ha riempito le vite di tutti noi", il pensiero di Matteo Bonetti amico di infanzia, primario, scrittore della storia di Vialli. Vale per tutti quelli che perciò non lo dimenticheranno. "Ci conosciamo dai tempi dell'asilo, abbiamo sempre giocato assieme da piccoli, sia all'oratorio, che nei cortili dove giocavamo a calcio, utilizzando le basculanti dei garage e Gianluca fin da piccolino ha dimostrato di avere un talento superiore alla media era un fenomeno e tutti noi lo guardavamo con grande ammirazione". Con se l'amico ha i ricordi che ha collezionato: il biglietto di auguri scritto in cinese trovato ad Hong Kong, maglie che sono la storia del Calcio. "Questa è la maglietta che Gianluca definisce la più brutta maglietta che lui abbia mai indossato come giocatore, è una maglietta del Chelsea che ovviamente io dovevo per forza avere". Ma è sul valore della persona che chi ha corso insieme a lui, si sofferma. "Era poi spensierato, spregiudicato ma anche si è rapportato subito con la categoria in un modo come se fosse stato un veterano". "Chiunque ne parli di lui ne parla con un affetto incredibile, soprattutto era il leader, il leader, la squadra, il leader dello spogliatoio, quello che teneva tutti insieme". "Una persona semplice, dolce, lo si vede anche dal fatto come lui si porgeva davanti alla gente, non faceva pesare questa sua popolarità, per cui era un umile". Tu gli fai dei complimenti e lui dice: "Ma è troppo per me".