Penso che non si debba esagerare con queste aperture, non tanto per i negozi etnici, ma anche in generale. Tutti i tipi di negozi, meno quelli etnici, perché già in Viale Milano c'è il pieno di questi negozi. Nella centralissima Piazza dei Signori, il salotto buono della città, a due passi dalla Basilica del Palladio, il nuovo regolamento comunale anima il dibattito tra i cittadini. Nel centro storico di Vicenza, stop alle nuove aperture di alcune tipologie di negozi: kebab, money transfer, bigiotteria di bassa qualità, centri massaggi, sexy shop e macellerie non italiane, ma anche supermercati e fast food delle grandi catene internazionali. Un Regolamento per il Commercio, per dare dignità e decoro ai nostri centri storici, quindi, individuando la zona del territorio comunale dove l'Unesco ha stabilito delle regole ben precise sulla tutela del patrimonio architettonico, vogliamo che alcune attività, che riguardano appunto la presenza anche sul territorio comunale, vengano regolamentate e soprattutto spostate in zone diverse da quelle del centro storico. Il Regolamento vuole riqualificare il centro storico e le zone limitrofe, sostiene il primo cittadino di Vicenza, e riguarderà l'area della circonvallazione interna della città. Non è un problema kebab sì o kebab no, un ristorante di qualsiasi nazionalità può aprire purché tenga degli standard qualitativi consoni al luogo in cui sono, sono in centro storico, siamo in un'area tutelata, l'area del Palladio, per quanto riguarda Vicenza. Al nuovo Regolamento, che ora attende il via libera dalla Regione Veneto, non sono mancate le critiche, in particolare sui social: bigotto, addirittura xenofobo secondo qualcuno. Chiaramente è una strumentalizzazione politica, questa città è una città aperta, ospita comunità importantissime di bengalesi, di indiani, di serbi, siamo una città, diciamo, multirazziale che ospita e convive in maniera tranquilla e pacifica. Da questo punto di vista, quindi, Vicenza è una città aperta.