Un Paese ancora spaccato a metà quando si parla di Brexit con Liberaldemocratici e Verdi che possono festeggiare ottimi risultati, ma in un fronte diviso che indebolisce il messaggio di chi non vuole lasciare l’Unione europea. I conservatori in macerie sotto la soglia psicologica del 10% è mai tanto male dal 1832. I laburisti in crisi di identità, terzo partito punito sia dai leavers che dai remainers. Sono questi i risultati delle elezioni europee nel Regno Unito, che tre anni dopo il referendum, dopo tre anni di negoziati, senza risultato hanno un vincitore morale: i Brexit party di Nigel Farage. Il 33,3% degli elettori ha votato per lui, primo partito del Paese meglio dell'Ukip cinque anni fa. Un britannico su tre è pronto a uscire, senza accordo, dall'Unione europea. Il vostro messaggio per il Regno Unito è uscire. Qual è il vostro messaggio per l'Europa? Prima di tutto vediamo se l'Europa ascolterà, se ascolterà soprattutto i risultati del vostro Paese. Vedremo una Commissione europea molto diversa, con un potere decentralizzato e disposto a portare il potere vicino alla gente, o continueranno nel processo di integrazione e costruzione del loro impero? Io credo che accadrà quest'ultima cosa e penso che i giorni dell'Unione europea nella sua attuale configurazione siano contati. Se le conseguenze europee di questi risultati sono tutte da vedere, le conseguenze interne si fanno sentire ormai da giorni. Theresa May che, annunciando venerdì scorso le sue dimissioni, ha evitato ai conservatori l'imbarazzo di un’analisi, la sconfitta. Sottolinea anche i laburisti soffrono, è la prova che serve un accordo sulla Brexit. Intanto in casa Labour si è pronti alla resa dei conti. Molti dicono “È un segnale chiaro. Dobbiamo schierarci con forza con l'Europa e con un voto popolare” ma Jeremy Corbyn non sembra ancora convinto.