Nessun chiarimento, nessuna spiegazione. Hanno tenuto il silenzio, nel quale si sono chiuse da quando hanno varcato la soglia del carcere Bresciano di Verziano, Silvia e Paola Zani, le sorelle di 27 e 19 anni accusate di aver ucciso e occultato il cadavere della madre, Laura Ziliani, scomparsa lo scorso 8 maggio e riprovata tre mesi dopo in un bosco della Val d'Avio. Non risponde alle domande del GIP, Alessandra Sabatucci, anche Mirto Milani, fidanzato di Silvia e amante di Paola, presunto complice e ispiratore del delitto, stando alla ricostruzione degli investigatori, detenuto da venerdì nel carcere di Canton Mombello. Un delitto quello dell'ex vigilessa 55enne frutto di "un piano a lungo premeditato", scrive il GIP nella sua ordinanza, commesso al fine di appropriarsi del patrimonio familiare per gestirlo in via esclusiva. Eppure, sebbene gli investigatori sembrano avere pochi dubbi sulla ricostruzione e il movente dell'omicidio, restano ancora tanti i punti da chiarire: Laura sarebbe morta nella notte tra il 7 e l'8 maggio forse soffocata mentre si trovava in uno stato semicomatoso causato da una massiccia dose di benzodiazepine, come confermano i risultati preliminari dell'esame tossicologico. Il cadavere della donna però sarebbe stato occultato in un luogo che ne ha consentito una discreta conservazione per tre mesi non compatibile, scrive ancora il GIP, con il luogo del ritrovamento. Ma se e dove la vittima sia stata nascosta non è ancora dato saperlo.