Tutto dovrà rimanere così come è, in cima a quel Poggio di cipressi antichi. Giovanni Spadolini lo scrisse nel lato in cui destinò la Villa Pian dei Giullari alla fondazione che porta il suo nome e che ancora oggi si occupa di continuare l'edizione della rivista culturale "Nuova antologia". "La casa ci presenta uno Spadolini diverso da quello che la gente è abituata a vedere in televisione, l'uomo politico, l'uomo delle istituzioni abbastanza serio. Questa è un po' lo Scrigno della sua vita; lui la chiamava la casa di libri perché nonostante la vita politica lo portasse sempre a Roma e a Milano, aveva almeno mezza giornata alla settimana dove diceva veniva a respirare l'aria pura: cioè veniva a leggersi Croce, Bobbio, Galante, Garrone, quelli che erano stati i suoi maestri e compagni come diceva". Soltanto qui i raccolti ci sono 40 mila volumi e poi gli oggetti e cimeli risorgimentali, le prime bandiere tricolore italiane e le collezioni d'arte. Spadolini era figlio dell'artista Guido Spadolini amico di grandi pittori come Rosai, Soffici, Morandi e delle migliori menti del suo tempo quel tempo in cui la politica era cultura e perfino apprezzamento della satira cose che si scoprono visitando questa dimora, aperta a chi ne fa richiesta, per motivi di studio e a tutti nelle giornate delle case della memoria. "La nostra associazione comprende attualmente circa 110 case in tutta Italia e la cosa bella è che sono ben 17 le regioni rappresentate per far conoscere a tutti la nostra storia, la nostra cultura".