"Noi abbiamo la fortuna di avere produzioni d'eccellenza ma non solo anche cantine bellissime da visitare. Insomma, il vino in Italia è una componente fondamentale per il turismo". I grandi vini italiani, fondamentali per la ripartenza del turismo. Dal 54° Vinitaly di Verona, riaperto ad operatori e pubblico dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia, si guarda al futuro con ottimismo. Per il settore il 2021 è stato un anno da record, con oltre 11 milioni e mezzo di ettolitri imbottigliati, il Veneto resta la prima regione produttrice. In tutto il mondo continua il momento magico del prosecco, anche rosé, lanciato sul mercato appena un anno fa. Un successo raggiunto sostanzialmente in un solo anno che ci ha portato ad avere i numeri che noi avevamo stimato di poter ottenere tra virgolette a regime". "Il prosecco ha ancora molto potenzialità, specialmente negli Stati Uniti e in tanti altri paesi. L'importante adesso però è valorizzarlo". "C'è una richiesta enorme da parte di tutto il mondo perché è un prodotto che naturalmente alla portata dello stipendio medio, è un ottimo prodotto, abbiamo lavorato molto sulla qualità". Da nord a sud le eccellenze italiane conquistano ogni anno nuovi mercati. 2021 da incorniciare anche per i vini siciliani, Grillo e Nero D'Avola. "Sono due uve che abbiamo promosso molto ad esempio negli Stati Uniti dove stanno riscuotendo un grande successo e posso dire una cosa, stanno scalando le classifiche dei vitigni più noti a livello mondiale". L'Amarone della Valpolicella resta tra i rossi blasonati più venduti al mondo. Tra le novità i vini del Duomo, che a distanza di sette secoli fanno rivivere la tradizione medievale di utilizzare il vino come fonti di finanziamento per sostenere il restauro del Duomo di Milano. "Abbiamo semplicemente ricostruito e riportato alla luce una diciamo una tradizione secolare che ha contribuito, attraverso le vendite dell'anno scorso, ad un assegno di oltre 100 mila euro a favore del Duomo". Il futuro non è però privo di incognite. La crisi del vetro e l'aumento generalizzato dei costi di produzione dovuti alla guerra in Ucraina preoccupano i produttori. "I prezzi stanno schizzando alle stelle, c'è proprio mancanza di vetro perché in Ucraina c'erano delle vetrerie che sono state chiaramente bombardate, il mercato è chiaramente fermo visto la situazione politica internazionale". "Dobbiamo ristabilire certi equilibri che c'erano fino a 3 anni fa e che ora per la pandemia, la guerra e le altre situazioni non ci sono più".