La violenza di genere non è un fatto privato, ma il fallimento collettivo di una cultura. Per riparare il quale, la famiglia Cecchettin, ha cominciato a dedicare il proprio impegno dai giorni immediatamente successivi all'uccisione di Giulia. Il papà, Gino, realizza un sogno nato da una tragedia immane. Il dolore che si trasforma in forza dando vita ad un'iniziativa culminata nella nascita della Fondazione presentata a Montecitorio: un impegno concreto per la parità di genere e per prevenire e contrastare qualsiasi forma di violenza sulle donne. Ma anche per onorare la memoria e i valori della ventiduenne di Vigonovo assassinata dal fidanzato esattamente un anno fa. "Creare qualcosa di positivo nell'immagine di Giulia per me è stato lenitivo da un certo punto di vista e spero di, veramente, di creare valore come solo sapeva fare lei". Composta da un comitato scientifico ma anche da insegnanti e psicologi, la Fondazione Giulia Cecchettin ha come vicepresidente Anna Maria Tarantola, come tesoriera la Presidente della Banca Etica, Anna Fasano e, fra le consigliere, il Prefetto in quiescenza Maria Luisa Pellizzari e la campionessa olimpica di nuoto, Federica Pellegrini. "È stato un evento veramente scombussolante per me, perché io ero al termine della mia gravidanza quindi hai modo anche di immedesimarti in quello che sta vivendo la famiglia Cecchettin dall'altra parte". In un videomessaggio inviato alla Camera durante la presentazione il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara si è spiegato così l'aumento delle violenze sessuali. "Occorre anche non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza, in qualche modo, discendenti da una immigrazione illegale". Totale la vicinanza e il supporto espresso dal Cardinale Matteo Zuppi nel messaggio inviato a Montecitorio nel quale il Presidente della CEI ha ringraziato Gino Cecchettin per l'umanità con la quale ha affrontato la sua tempesta.