Un punto d'incontro tra ospedali e territorio per consentire ai pazienti potenzialmente positivi non solo di poter eseguire un tampone, ma di avere accesso a una diagnostica strumentale senza dover recarsi al pronto soccorso. Nasce a Varedo, provincia di Monza il primo hotspot territoriale contro la diffusione del Covid dal quale presto ne seguiranno altri in tutta la Lombardia. Il primo obiettivo è quello di offrire ai nostri cittadini un punto di assistenza sul territorio dove poter inquadrare il livello clinico della malattia sulla base dell'invio dei medici di medicina generale. Il secondo obiettivo è quello di creare un argine per l'ospedale. Qui si arriva solo su segnalazione del medico di base. Il primo passo è ovviamente il tampone. Tutti i pazienti vengono sottoposti a test rapidi con questi kit, i cui risultati sono pronti in 12 minuti. Il vero problema adesso è la saturazione dei posti letto in ospedale, qua noi riusciamo a vedere una quarantina di malati al giorno, sono 40 in meno che accedono al pronto soccorso di Monza non è poco. In questo hotspot il personale è quello dell'ospedale San Gerardo di Monza. I pazienti che arrivano qui e che risultano positivi proseguono il loro percorso diagnostico con una visita specialistica, la rilevazione dei parametri principali e una cosiddetta fast eco. Abbiamo questa sonda che viene passata sul torace del paziente. È una sonda wi-fi che manda l'immagine al tablet, in contemporanea l'immagine arriva agli specialisti pneumologi i quali leggono l'immagine e la refertano immediatamente. I pazienti meno gravi tornano a casa e vengono monitorati attraverso la telemedicina. Viene dato al paziente questo kit che vediamo qui, che consiste di un termometro, uno sfigmomanometro e un saturimetro. Ognuno di questi strumenti è collegato a questo telefonino, il telefonino raccoglie i dati trasmessi dagli strumenti e li invia ad una centrale di tele monitoraggio in cui è presente un medico.