L'ultima parola spetta al Comitato Tecnico Scientifico, poi sarà la politica a decidere se far cadere anche in Italia, e solo all'aperto, l'ultimo simbolo del Covid: le mascherine. La necessità di fissare modalità e termini della permanenza dell'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all'aperto è un nodo cruciale. Per questa ragione il Ministro Speranza ha chiesto formalmente agli scienziati un parere ufficiale e definitivo, che potrebbe arrivare a inizio settimana, anche se non è chiaro se un solo incontro tra esperti sarà sufficiente per sciogliere il nodo. La valutazione del CTS sarà legata, comunque, a una serie di paletti. Si potrà eventualmente stare senza mascherina solo all'aperto in zona bianca e lì dove si riesce a mantenere il metro di distanza, altrimenti bisognerà indossarla. In attesa del parere trapelano alcune date possibili: il primo luglio, quando potrebbero riaprire anche le discoteche, il 5 o comunque non più tardi del 12 luglio. Dal 28 giugno, intanto, l'Italia intera sarà in zona bianca, ma resta la cautela per le varianti, mentre si guarda anche al resto d'Europa. In Germania, Francia e Belgio non c'è più l'obbligo di mascherina all'aperto, in Spagna succederà dal 26 giugno. Cresce intanto il pressing della politica, a cominciare dalla Lega di Matteo Salvini, che dopo averne parlato con il Premier Draghi direttamente, ribadisce che l'addio alla mascherina all'aperto debba avvenire il prima possibile. Sulla stessa linea il Movimento 5 Stelle. Più cauti, in attesa del parere del Comitato Tecnico Scientifico, invece, Partito Democratico e Forza Italia. Politica divisa anche su un altro nodo che il Governo a breve dovrà sciogliere: il prolungamento, cioè, dello stato di emergenza in vigore dal 31 gennaio 2020, che Lega e Fratelli d'Italia vorrebbero non fosse prorogato, mentre il PD è contrario.