È la 52° stagione che passo qui a mare, avevo 8 anni nel 1969 quando a mio padre gli è stato concesso, appunto questo pezzo di spiaggia, da poter gestire. Pannelli in plexiglass non si possono mettere in spiaggia, assolutamente. Quando il sole sarà a picco anche già i primi giorni di giugno dentro sei in un forno. Poi manca l'aria è una cosa impossibile. Pannelli in plastica trasparente a separare gli spazi tra gli ombrelloni. È la proposta di un'azienda per fronteggiare il coronavirus sulla spiaggia. Una normativa riguardo ancora non c'è. Gli stabilimenti in questa fase devono restare chiusi. Ma per la riapertura, "sono tante le idee fantasiose che arrivano dai privati" spiega Mauro Vanni, presidente a Rimini di una cooperativa bagnini. Hanno proposto dei tunnel dove il cliente, entrandoci si dovrebbe igenizzare, oppure degli erogatori tipo ghost buster, dove il bagnino deve andare in mezzo ai lettini, ombrelloni a santificare la gente, oppure irrogatori a serpentina da stendere in mezzo agli ombrelloni e ai lettini. Sono tutte follie. I balneari chiedono in fretta un piano per la stagione e un quadro normativo. Noi Romagnoli sicuramente disegneremo sulla mascherina, il nostro sorriso perché col sorriso vorremmo accogliere, ma difficilmente potrà succedere che qualcuno viene spiaggia pensando di abbronzarsi con il segno della mascherina. Gabriele Pagliarani, è uno dei bagnini più creativi della Romagna. "Garantiremo accoglienza e salute senza soluzioni stravaganti, la strada percorribile è il distanziamento." Già noi sul nostro arenile abbiamo delle distanze di 5 metri, per 2,65 ogni ombrellone, cavando un 20, 25, 30%, allargheremo ancora di più. Penso che dopo li si possa stare liberamente senza mascherina. Noi riminesi, ne abbiamo passate tante, gli anni delle mucillagini, ci sono stati gli anni della crisi. Però bene o male, ci siamo sempre sollevati, ci risolleveremo anche questa volta sicuramente.