A Brescia e Bergamo aumentano i contagiati, è l'assessore Gallera a lanciare l'allarme, a partire da Orzinuovi, il paese bresciano al confine con Cremona, che finora ha pagato il prezzo più alto per questa emergenza. Del resto proprio Crema e Cremona, le città lombarde più vicine a Lodi hanno da subito sofferto in modo importante. Quindi l'ovest bresciano, adiacente ad Alzano Lombardo e Nembro, considerati secondo focolaio del coronavirus. In questi paesi il clima è spettrale: silenzio qualcuno che corre frettolosamente, mascherine e poca voglia di parlare. Qui gli annunci funebri riempiono le bacheche. Così, nella bassa bresciana e nella bergamasca molti titolari di negozi non legati ai beni di prima necessità hanno deciso di abbassare le serrande. Il record negativo di maggior numero di positivi spetta a Bergamo, all'ospedale di Seriate è comparso uno striscione che ringrazia e dà fiducia. A Brescia più di 800 casi, è considerata una provincia a rischio. "Il bresciano è uno dei territori che preoccupa di più" ha spiegato Gallera, "perché qui non sono state osservate pedissequamente le indicazioni di non uscire di casa e rispettare comportamenti virtuosi e responsabili. Per questo l'Ospedale Civile di Brescia si è organizzato con questo triage esterno al pronto soccorso. Tende della protezione civile per accogliere chi è il sospetto di aver contratto il virus. Una prima analisi, poi tutti i controlli, compreso le lastre e il tampone. In questa sala, l'attesa del risultato. Se il paziente non ha sintomi gravi verrà rimandato a casa, in isolamento, oppure trasferito in reparto, o nei casi più gravi in terapia intensiva. "Il sistema sanitario lombardo regge bene", confermano i sanitari, "la capacità di soddisfare le esigenze dei malati, anche di quelli che necessitano la terapia intensiva c'è, per ora, ma bisogna contribuire a non diffondere il virus, questo è l'unico atteggiamento utile e che non esclude nessuno". Brescia, Bergamo.