Sono oltre 246 mila i casi positivi totali al virus SARS Cov 2 in Italia, un dato che indica l'intera storia da Coronavirus nel Paese, dei primi focolai alla fase acuta al rallentamento della curva. Ma oggi, a 5 mesi dai primi casi positivi, qualcosa è cambiato. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, infatti, l'età media dei contagi è passato da marzo ad oggi da 60 a 40 anni. Ma a cosa è dovuto questo cambiamento? E' il virus ad essere mutato o siamo noi che abbiamo iniziato a muoverci diversamente? Per capire questo cambiamento dobbiamo partire da due dati, in primis l'indicatore demografico di un Paese. In Italia, secondo l'Istat, il 23,1% della popolazione totale è rappresentata dagli oltre 65 enni, un dato che, inevitabilmente, quindi, incide sul numero totale dei casi positivi e che posiziona il nostro Paese già da febbraio tra quelli con il maggiore numero di casi. Questo dato si spiega, però, anche con i tamponi effettuati ed è proprio il dato sui tamponi quello che più di tutti ci permette di capire il cambiamento dell'età media dei positivi al Coronavirus. Rispetto all'inizio dell'epidemia, a quando i tamponi venivano effettuati solo sulle persone sintomatiche e quindi più facilmente su quelle anziane, oggi gli screening vengono effettuati anche sugli asintomatici. Da qui i nuovi casi più giovani e la crescita del numero di positivi sotto i 50 anni, che è passata nell'ultimo mese al 63,92 %. Una storia complicata, quindi, quella dell'evoluzione dell'epidemia da Coronavirus che non può essere eletta senza il suo contesto, senza un focus sullo stato demografico e sugli interventi sanitari effettuati nel tempo. Una storia lunga, oramai, 5 mesi, a cui si cerca di mettere la parola fine. E mentre si attende l'annuncio di un nuovo vaccino efficace, i medici igienisti italiani avvertono su una possibile seconda ondata. Un baluardo di difesa è anche la vaccinazione contro l'influenza.