Dovevamo già fare un torneo la settimana scorsa, stavamo aspettando il decreto del Ministro Spadafora e senza il decreto non abbiamo potuto fare questo torneo. Adesso finalmente torniamo a giocare, siamo tra amici e siamo contenti perché alla fine è la nostra passione. Come sono stati questi mesi? Senza il calcio che è la nostra passione sono stati duri sicuramente. La gioia di Matteo è la gioia dei tanti che sono tornati a giocare a calcetto dopo quattro mesi di stop. Riaprono le strutture anche in Lombardia, già intorno alle 17:30 iniziano ad arrivare alla spicciolata i primi giocatori. Pallone in mano e mascherina da indossare, fino al campo, all'ingresso si misura la temperatura, c'è l'igienizzante per le mani e si compila un documento. Tutti gli ingressi sono registrati. Siamo stati gli ultimi a riaprire è stato un dramma, ci racconta Riccardo Russo, il gestore di un impianto a a San Donato Milanese. Da un mese a questa parte la gente faceva di tutto per tentare di giocare, addirittura si faceva quasi finta che si era aperti, nel senso: c'è un campo stasera? Guarda che non si può giocare. I campi sono pieni e si affollano le prenotazioni, senza dimenticare le misure di sicurezza. Noi che viviamo a Milano per lavoro o per necessità penso che l'abbiamo vissuta bella tosta. Io ho visto tanta disciplina nelle persone, tanta consapevolezza. Quindi, per esempio, noi per nostra scelta questo inizio abbiamo deciso di non dare la possibilità di utilizzare gli spogliatoi proprio per avere una precauzione in più, notiamo che nessuno ci ha detto niente e di conseguenza vuol dire che c'è consapevolezza.