" Noi abbiamo sempre agito al meglio delle nostre possibilità e a tempo debito si rifletterà su tutto a mente serena". Non entra nel merito dell'interrogatorio, anche perché coperto da segreto istruttorio l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera che giovedì è stato sentito come persona informata sui fatti dalla procura di Bergamo, che indaga sulla gestione dell'emergenza sanitaria. Dalla riapertura del pronto soccorso di Alzano Lombardo alla mancata definizione della zona rossa senza dimenticare quanto accaduto all'interno delle residenze assistite per anziani. Gallera prima, Fontana poi il giorno dopo aver sentito l'assessore gli inquirenti hanno interrogato il governatore. La questione della mancata chiusura della zona rossa nelle città focolaio resta centrale. "Non ci fu alcun rimpallo di responsabilità tra Regione e governo, ma ci furono frequenti contatti istituzionali tra la Lombardia e il Ministero dell'Interno e l'esecutivo e dopo l'invio da Roma dei militari si è avuta la percezione che la decisione finale spettasse a Palazzo Chigi". È la ricostruzione che lo stesso governatore ha reso agli inquirenti nelle oltre due ore di audizione sulla mancata chiusura di Nembro e Alzano Lombardo. "Da quel che ci risulta è una decisione governativa" ha commentato in seguito la procuratrice facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota. "Nessuna pressione dal mondo politico ed economico", assicura ancora Fontana, "le regioni potevano istituire le zone rosse", ha ribadito il Ministro per gli Affari Regionali Boccia. Sarà sentito in procura anche il Presidente di Confindustria Lombardia Bonometti e dopo le dichiarazioni di Fontana i PM pensano anche alla possibilità di poter convocare e sentire il premier Giuseppe Conte, il Ministro della Salute Roberto speranza, quello dell'Interno Luciana Lamorgese, ma anche il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro.