Mentre le inchieste della Magistratura sulle morti nelle residenze sanitarie per anziani in Lombardia soprattutto iniziano a moltiplicarsi, sono 11 solo Milano, è l'Istituto Superiore di Sanità a pubblicare i dati relativi al II rapporto nazionale sul contagio covid-19 nelle strutture residenziali e socio-sanitarie per anziani. Un'indagine partita lo scorso 24 marzo su un numero ancora esiguo di RSA, 576 quelle che finora hanno risposto al questionario, pari al 24% delle strutture italiane, ma i cui risultati sono comunque significativi. Dal primo febbraio il 37,4% dei decessi nelle residenze per anziani è avvenuto o a causa di un'infezione conclamata da Covid-19 o comunque in seguito a manifestazioni simil influenzali. Un tasso di mortalità tra i residenti, considerati i sintomi, del 3,1%, ma che in Lombardia sale fino al 6,8. E c'è di più. Da un ulteriore approfondimento risulta che in Lombardia, come anche in Liguria in circa un quarto delle residenze per anziani, il tasso di mortalità è maggiore o uguale al 10%. Poi c'è il capitolo legato al personale contagiato, anche in questo caso sono le residenze per anziani lombarde ad essere state le più colpite, con 34,6% di personale interno, risultato positivo, al Covid-19. A seguire, tra le altre Regioni, la Liguria col 25%, le Marche col 16,7%, e la Toscana con 15,8. Numeri ai quali si affiancano le denunce arrivate proprio dal personale di molte RSA, mandato in reparto senza mascherina, e senza guanti, quando il virus ormai dilagava. Solo più avanti l'87% delle strutture viene di fatto chiuso agli esterni, adottando i divieti di ingresso. Anche di questo dovrà occuparsi la Magistratura che nel frattempo si muove anche sul fronte degli ospedali per far luce su eventuali responsabilità e presunte anomalie nella gestione dei pazienti dopo la scoperta dei primi casi positivi al coronavirus. In testa l'Ospedale di Alzano Lombardo, ma anche quello di Codogno.