Stavo facendo un concerto con la mia band, il Bolla Trio, quando è uscita la notizia dei primi casi di Coronavirus nella Provincia di Lodi. Da lì, avevo forse intuito che la situazione sarebbe cambiata drasticamente per noi musicisti, infatti, nell'arco di un paio di giorni ho soltanto ricevuto chiamate le quali mi annunciavano che sarebbero stati annullati tutti quanti i concerti in programma. La mia vita era da musicista a tempo pieno, ho sempre solo suonato, ho fatto tutta la gavetta del caso, ho fatto anche tour per gente nota. Quando rientrerà l'emergenza, ricomincerò a farlo, però avevo bisogno semplicemente di sopravvivere in questi giorni, di pagare le spese della vita, sapendo di venire abbandonato, come tutti gli altri musicisti. È stato molto bello andare in giro per una Milano vuota, per una Milano in una primavera bellissima, senza traffico, senza inquinamento e senza camion che ti sgasano di fianco. La paga è veramente poca roba. Ho notato, dal punto di vista di tutti i miei colleghi rider, un grande scrupolo nel seguire le norme che sono state prescritte dalle Istituzioni per l'emergenza. Qui, si è pagati a consegna, quindi è capace che puoi fare una sola consegna in un'ora. Chiaramente la paga è lorda, ti trattengono la ritenuta d'acconto, è capace che fai quattro o cinque euro in un'ora, mediamente, tra i sei e i sette euro l'ora, più o meno quella è la paga, due consegne e mezzo più o meno. È questo quello che si fa. Sicuramente ricomincerò a suonare, perché questo è il lavoro ho sempre fatto e che farò sempre. Dovremo essere ottimisti. Abbiamo tutti da mangiare, non dobbiamo ricostruire delle case, dovremo soltanto rimboccarci un po' di più le maniche per un periodo, ma senza nessuna paura. La musica è la mia vita. I periodi di difficoltà li ho sempre vissuti da musicista, ho sempre imparato a non fermarmi, quindi non mi spaventa, come ha spaventato tante altre persone, sono abituato. È chiaro che sono abituato a vivere pure di difficoltà, ma faccio il mestiere più bello del mondo.