Sì alle mascherine anche fai da te, ma no all'uso dei guanti. Dopo mesi di notizie altalenanti, se non contrastanti, arrivano ora le nuove linee guida dell'OMS. Le mascherine vanno indossate non solo nei luoghi chiusi e affollati, ma anche in quelli pubblici e aperti quando c'è molta gente o non si riesce a mantenere una certa distanza di sicurezza, come sui trasporti pubblici, nei negozi o in altri ambienti affollati. Viene anche ribadito che da sole le mascherine non bastano, come ha fatto notare il direttore Ghebreyesus. Le mascherine dovrebbero essere sempre e solo utilizzate come parte di una strategia globale nella lotta contro la Covid-19. Da sole non proteggono dal coronavirus. Devono essere sempre abbinate al lavaggio frequente delle mani e alla distanza di sicurezza. Resta valida anche l'indicazione secondo cui gli operatori sanitari devono sempre indossarla. Quanto ai guanti la novità è che non sono utili neppure quando si va a fare la spesa al supermercato. A dirlo è sempre l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolinea: l'uso dei guanti può aumentare il rischio d'infezione dal momento che può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso. Ma a che punto siamo in Italia con la distribuzione e l'approvvigionamento delle mascherine, merce raccomandata, obbligatoria in determinati casi, eppure rara e costosa per mesi? Si è arrivati alla Fase 2 con gli scaffali vuoti e con prezzi alle stelle ancora non calmierati, dieci volte superiori alla fase pre-Covid. La regola stabilita dal Governo ora è di un costo di 50 centesimi per quelle chirurgiche, che con l'Iva diventano 61 centesimi. Fino a maggio lo Stato aveva distribuito 208,8 milioni di mascherine, cui si aggiungevano altri 19 milioni immessi sul mercato della grande distribuzione. Quanto ai materiali sanitari distribuiti alle Regioni, sia dispositivi che apparecchiature, fino al 9 maggio sono stati complessivamente quasi 442 milioni 800 mila. La maggior parte sono state mascherine. La Protezione civile ha attivato finora 52 contratti di fornitura con 30 fornitori. Acquistati oltre 354 milioni di mascherine. Costo dell'operazione più di 328 milioni di euro. Il 50% è rappresentato da mascherine chirurgiche, che costano allo Stato oltre 60 milioni in totale, ognuna 34 centesimi. Tanto per avere un'idea dei margini di profitto, basti pensare che il costo di produzione di una mascherina chirurgica è pari a 5 centesimi. L'FFP2 e l'FFP 3 rappresentano il 41% della fornitura totale, per un costo di 265 milioni e mezzo. Ognuna costa allo Stato 1,81 euro. Quando la produzione riuscirà a soddisfare il fabbisogno si arriverà alla distribuzione ottimale, che, ha ripetuto il commissario Arcuri, sarà pari a 30 milioni al giorno di mascherine, ma non accadrà prima di settembre. A giugno intatto l'obiettivo è arrivare a circa 18 milioni al giorno.