“Il piano anti-Covid del governo va tenuto segreto” è il consiglio contenuto nel verbale del 2 marzo scorso del Comitato Tecnico-Scientifico, uno dei 95 verbali, in origine secretati, appena resi pubblici. Il piano per affrontare l'epidemia da coronavirus era pronto da fine febbraio ma si decise di tenerlo riservato. Ora Palazzo Chigi rende noti i resoconti delle riunioni, una sorta di dietro le quinte dei primi 6 mesi di emergenza. Tutti i pareri degli scienziati, compresi quelli sull'istituzione delle zone rosse e quindi la mancata chiusura della Val Seriana. Il 26 febbraio il CTS non ritiene ci siano le condizioni per l'estensione delle restrizioni a nuove aree oltre ai 10 comuni indicati come zona rossa. Solo il 7 marzo il CTS chiede di applicare in Lombardia e in altre 11 province misure più rigorose di quelle previste su tutto il territorio nazionale. Cosa che verrà fatta l'8 marzo, ma il 3 marzo, 5 giorni prima, visti i dati relativi ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro, il Comitato aveva proposto le stesse misure restrittive delle zone rosse. Si dirà: “Che cosa sono 5 giorni?”, un'eternità, in quel frangente. Il 4 marzo, vista l'evoluzione dell'epidemia, il CTS chiede una revisione puntuale e compiuta. Si legge di tutte le cause di morte e i pazienti deceduti attribuiti al Covid-19, cosa che evidentemente fino ad allora non c’era stata. Più volte nei verbali si legge che il flusso dei dati dal territorio continua a presentare forti criticità che impediscono e rallentano una corretta analisi epidemiologica e le conseguenti azioni di risposta ai bisogni urgenti delle strutture sanitarie locali. E sulla scuola era il 4 marzo: un'eventuale chiusura è stimata essere efficace solo se di durata prolungata. Ora sono passati 6 mesi.