Il tasso di contagiosità nel Lazio è tornato a salire dopo la scoperta di focolai al San Raffaele Pisana, alla Garbatella, è ora all'Istituto Religioso Teresianum. Qual è la situazione? “Noi stiamo uscendo dall'emergenza. Questi focolai, che ormai sono circoscritti, sono anche il segnale concreto che se si fanno degli errori umani, come è successo in questi casi, può ripartire un focolaio. Ma questi focolai non aggiungono nulla alla certezza che ormai stiamo uscendo dall'emergenza realisticamente”. Come giudica le nuove linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità? “Le novità sono che prevale la clinica, cioè un paziente praticamente che ha smesso di essere sintomatico dopo tre giorni senza fare i due tamponi negativi può uscire dall'isolamento. L'OMS è stata ed è un'istituzione importantissima per il mondo scientifico e per i cittadini. Ha dato tantissimo. In questo periodo purtroppo non sempre è stato punto di riferimento, diciamo, inappuntabile, dovuto anche al fatto che questo virus, per tanti aspetti sconosciuto, ignoto, è stato anche un virus che ha dimostrato... come dire, spesso ha disorientato la comunità scientifica perché si è comportato in un modo e anche in un altro. In questo caso io credo che ci vogliano, come dire, atteggiamenti di prudenza”. Nel Lazio è diminuito il numero di persone in terapia intensiva. Questo cosa significa? Che il virus si sta indebolendo? “Siamo nella coda dell'epidemia. Ho detto che stiamo uscendo dall'emergenza. Il virus, un po' perché è commensale, ha una minore diffusività, e quindi ha di fatto anche una minore virulenza, e anche perché i comportamenti, gli atteggiamenti ormai dei cittadini e gli atti degli operatori sanitari, le terapie, tutto ha funzionato, e quindi tutto ciò ha reso sicuramente questo risultato: il virus aggredisce di meno”.