Ufficialmente una promozione, con tanto di complimenti del Presidente Fontana per il lavoro fin qui svolto. Meno la Lombardia, duramente messa alla prova dal Covid, la cui gestione dell'emergenza è finita sotto la lente d'ingrandimento della Procura e il primo avvicendamento ai vertici della sanità regionale ha tutto il sapore di un terremoto. Luigi Caiazzo, 51 anni, ex poliziotto della mobile di Lecco, lascia la poltrona di Direttore Generale della Sanità per andare a occupare quella di Vicesegretario Generale della Regione con delega all'integrazione socio sanitaria. Al suo posto va Marco Trivelli, dal 2018 Direttore Generale degli Ospedali civili di Brescia. Caiazzo compare nella corrispondenza di alcuni responsabili delle residenze per anziani nei mesi più duri dell'emergenza che chiedevano aiuto alla Regione. Era anche a lui che si rivolgevano quando in Lombardia mancava tutto, a cominciare dalle mascherine. Proprio intorno alle Rsa si concentra il filone d'indagine più corposo, composto da 25 fascicoli, uno per casa di riposo, avviati per epidemia e omicidio colposi. L'obiettivo della procura è capire se ci sia stato un nesso di causalità tra le direttive regionali, prima fra tutte la delibera dell'8 marzo con la quale la Regione consentiva di spostare pazienti Covid a bassa intensità nelle Rsa, seppure in reparti separati, e i protocolli applicati all'interno delle residenze con le migliaia di anziani deceduti. Si tratta di un'indagine conoscitiva, senza indagati né ipotesi di reato, invece, quella avviata dopo un esposto dei Cobas sull'ospedale in Fiera, struttura costata 17 milioni dei 21 ricevuti da donazioni di privati, ma in cui sono stati curati poco più di una ventina di pazienti. Poi c'è la questione dei test sierologici in Lombardia. Il Tar, accogliendo il ricorso della concorrente Technogenetics, ha bocciato l'accordo tra il San Matteo di Pavia e la Diasorin e, contestualmente, la delibera con cui la Regione scelse, senza gara d'appalto, il kit di quest'ultima società. Anche sulla fornitura di 75 mila camici commissionati dalla Regione alla società del cognato del Presidente Fontana a fine maggio, poi trasformata in una donazione, la Procura ha avviato un'indagine conoscitiva.